Ultimamente si sente spesso parlare di umanizzazione del cane e antropomorfizzazione del cane, con questo articolo vorrei fare un po’ di chiarezza su questo argomento perchè di notizie ce ne sono tante e spesso riportate in modo errato.

Non sarà uno dei miei soliti articoli “How To”, non ci sono consigli pratici da applicare, ma semplicemente un’analisi e un po’ di cultura su un tema delicato e molto importante.

Anzi un consiglio te lo anticipo: tratta il tuo cane come lui ha bisogno di essere trattato, rispetta il suo istinto!

Un piccolo passo indietro, spieghiamo cosa si intente per umanizzazione del cane:

Sin dai tempi più antichi, il cane ha avuto un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo, ricoprendo un ruolo importante nella caccia, nella guerra e nella difesa del suo padrone. Negli ultimi anni il rapporto cane-uomo si è evoluto e modificato rapidamente: il cane è passato da semplice animale, a “essere vivente” parte integrante della famiglia.

Per quanto giusto o sbagliato che sia, non ci siamo fermati qui: li abbiamo umanizzati, ovvero abbiamo assegnato loro comportamenti e caratteristiche umane.

pitbull bianco con baci rossi

Trattare il proprio cane con estremo affetto, talvolta scambiandolo per un figlio, è dannoso per la sua salute, in quanto lo stai sottraendo alla sua vera natura di cane.

I cani sono figli dei lupi e per crescere sani ed equilibrati hanno bisogno di una gerarchia all’interno del branco (la famiglia) e di una guida ovvero un padrone buono ma autorevole che stabilisca regole precise, limiti e spazi e li faccia rispettare.

Se ami il tuo cane, questa è la guida che devi diventare. Solo così avrai in cambio il suo amore e il suo rispetto. 

 La tendenza di assegnare caratteristiche e comportamenti umani ai cani è sempre più diffusa, ma non tutti sanno che antropomorfizzare il cane è un grave errore con serie conseguenze e gravi problemi comportamentali.

Ma vediamo cosa ci raccontano le fake-news! Pronto? Iniziamo il nostro viaggio tra bufale e verità!

Stavo navigando su internet quando mi è capitato sotto agli occhi il titolo di un articolo sull’umanizzazione degli animali che ha attirato immediatamente la mia attenzione.
Il titolo recitava:

“Parli con il tuo cane o gatto e ti dicono spesso che è segno di stupidità? Ecco cosa hanno scoperto gli scienziati!”

Questo è l’articolo da cui tutto è partito!!

Incredula e stupita, cliccai sul titolo per aprire il contenuto e iniziai a leggere:

“C’è chi prende in giro noi, quelli che parliamo con gli animali, chiamandoci stupidi. Per loro, parlare con un animale non è normale. Cosa farebbero queste persone sapendo che la scienza ha dimostrato esattamente il contrario? Ecco, pare che parlare con gli animali sia una forma di intelligenza. Si chiama antropomorfizzare il cane e in generale i nostri amici a 4 (o a 2) zampe e si estende, addirittura, agli oggetti inanimati come le macchine o le piante. Si tratta di attribuire caratteristiche umane agli animali e, in passato, era considerata un segno di infantilità e di stupidità. Ma il professor Nicholas Epley, dottore in scienze del comportamento presso l’Università di Chicago, in un’intervista rilasciata per Quartz, ha spiegato i risultati di questo studio che ha dimostrato che le persone che parlano agli animali hanno, di fatto, un’intelligenza sopra la media.”

Ammetto di essermi sentita spiazzata perchè la prima, fondamentale e imprescindibile regola per comprendere e rispettare gli animali è quella di lasciare che siano animali, senza considerarli come puppazzi e agire quindi di conseguenza.

Antropomorfizzare il cane è un gravissimo errore: gli animali vogliono solo essere animali, un cane vuole essere un cane, un coniglio vuole essere un coniglio e una balena vuole essere una balena. 

Studi dimostrano che gli animali, a differenza delle persone, non hanno alcuna necessità di sentirsi “amati”.

Trattare un animale come un umano significa mancargli di rispetto e soprattutto perdere di vista le sue necessità di animale, che non sono quelle di cui ha bisogno un piccolo bambino: amore, amore e amore incondizionato.

Un cane ha certamente bisogno di affetto, ma solo dopo

  • che abbiamo provveduto a soddisfare le sue esigenze basilari, come l’esercizio e la disciplina
  • che abbiamo imposto regole, limiti e confini
  • e abbiamo dimostrato di essere una guida coerente, in grado di indicargli la strada da seguire e di fornirgli protezione.

Quando tutto questo viene a mancare e viene sostituito da una dispensa illimitata di amore, il cane sviluppa seri problemi comportamentali e per di più non potrà mai essere né felice, né equilibrato.

Analizziamo l’articolo

Tornando all’ARTICOLO … era riportato il nome di un dottore, che con il suo studio aveva scoperto che le persone che parlano agli animali sono più intelligenti. Ho deciso di approfondire.

Scorrendo verso il basso ho notato il collegamento con lo studio scientifico citato.

Una volta aperto ho notato che l’articolo, scritto in inglese, era la descrizione di un libro dello scienziato  Nicholas Epley, “Mindwise”, e non una ricerca come invece veniva citato, e da nessuna parte si evidenziava il fatto che parlare con gli animali potesse essere segno di una intelligenza più grande.

A questo punto ho pensato che forse durante la traduzione del pezzo qualcosa fosse stato frainteso o che forse nel libro ci fosse una parte dedicata all’antropomorfizzazione degli animali.

Così ho allargato le ricerche e ho letto tutto quello che avevo trovato su quel libro, incluse le recensioni, che sono state l’aiuto più grande.
Ho letto pagine e pagine in inglese, decisa a trovare la spiegazione.

# il riassunto

In poche, semplici parole, nel suo libro Epley offre una serie di dati derivanti da diversi studi per dimostrarci quanto spesso noi pensiamo di sapere che cosa stia pensando una persona, mentre invece la quasi totalità delle volte quella persona sta pensando a tutt’altro genere di cosa.

Epley spiega inoltre come, e il motivo per cui lo facciamo, sottolineando che sia il più delle volte un “automatismo” inconscio.

In pratica, se voglio sapere cosa sta pensando una persona, faccio prima a chiederglielo piuttosto che a supporlo osservando come si comporta o come si muove!

# le recensioni

Poi, finalmente, nelle recensioni di Emma, Darcia Helle, Henrik Haapala e Gordon (che trovi cliccando qui: APRI LE RECENSIONI) ho trovato i primi spunti interessanti, in riferimento al capitolo in cui  Epley parla nel suo libro dell’antropomorfizzazione.

Le condivido con te tradotte in italiano e nel commento originale in inglese:

  • “C’è un capitolo fuori luogo sull’antropomorfismo, che sembra essere inserito come uno specchio per il capitolo sui modi in cui disumanizziamo gli altri. Ma il modo in cui le persone attribuiscono caratteristiche umane agli animali, alle macchine, al tempo atmosferico, ecc., non ha nulla a che fare con l’argomento di questo libro (come le persone si comprendono, o non ci riescono) e mostra un apparente disprezzo per gli animali e per i proprietari di animali da parte di Epley; parla di persone “ingannate” nell’avere relazioni con i loro animali domestici.”

    “There’s an out-of-place chapter about anthropomorphism, which seems to be included as a mirror for the chapter about the ways we dehumanize other people. But the ways people attribute human characteristics to animals, machines, the weather, etc., has nothing to do with the subject of this book (how people understand each other, or fail to). And it showcases an apparent disdain for animals and pet owners on Epley’s part; he talks about people being “tricked” into having relationships with their pets.”

  • “Sono rimasto deluso nel capitolo sull’antropomorfismo (attribuire tratti umani agli oggetti inanimati). Per gran parte del contenuto del capitolo, Epley paragona gli animali ad oggetti inanimati, come computer e automobili. Che fosse intenzionale o meno, l’informazione è stata presentata come se gli umani fossero gli unici esseri capaci di consapevolezza. Certo, i cani non si crogiolano nel senso di colpa quando fanno pipì sul tappeto e le mucche non siedono in cerchio a riflettere sulla loro esistenza, ma certamente hanno delle menti. Hanno un diverso modo di pensare, ma hanno davvero pensieri. L’incapacità di Epley di riconoscere gli animali come esseri consapevoli è per me un grosso punto di inciampo.”

    “I was disappointed in the chapter on anthropomorphism (attributing human traits to inanimate objects). Throughout much of this content, Epley lumps animals in with inanimate objects such as computers and cars. Whether intentional or not, the information was presented as if humans are the only beings capable of mindfulness. Granted, dogs don’t wallow in guilt when they pee on the carpet and cows don’t sit around pondering their existence, but they certainly do have minds. They have a different method of thinking, but they do indeed have thoughts. Epley’s failure to acknowledge animals as conscious beings is a major stumbling point for me.”

  • Paradossalmente, abbiamo anche la capacità di umanizzare (antropomorfizzare) il non umano che è molto sconcertante. Nella stessa elezione, gli elettori della California hanno votato per spogliare i gay del diritto di sposarsi (Prop 8) e allo stesso tempo vietare i maltrattamenti dei maiali nelle fattorie!

    “Paradoxically, we also have an ability to humanize (anthropomorphize) the non-human that is very puzzling. In the very same election, California voters voted to strip gays of the right to marry (Prop 8) and at the same time prohibit the mistreatment of pigs in factory farms!”

Quindi, se ho capito capito bene, nell’unico capitolo del libro in cui Epley parla di antropomorfismo, spiega di quanto sbagliato fosse attribuire caratteristiche umane ad esseri che neanche hanno una mente, ovvero cose e animali!

Sono tornata a rileggere il post in italiano ancora una volta e cercando altre informazioni in rete, ho scoperto che molti siti, rimandando a questo articolo, appoggiavano la tesi che l’antropomorfismo rende una persona più intelligente.

Ho pensato  “non possono aver sbagliato tutti e aver citato delle parole di un dottore senza che lui le abbia mai dette!”

Cercando l’intervista su Quartz, e finalmente ho trovato la mia risposta.

Innanzitutto il titolo dell’intervista era:

“People who talk to pets, plants, and cars are actually totally normal, according to science”

che significa “Le persone che parlano con animali, piante e macchine sono in realtà totalmente normale, in accordo con la scienza.”

Nota bene, nel titolo c’è scritto “totalmente normali”, e non “più intelligenti delle altre”.

Inoltre, se leggi con attenzione l’ARTICOLO di Quartz ti accorgerai che quello che intende Nicholas Epley è che antropomorfizzare il cane è una capacità unica dell’uomo che non ha nessun altro animale, ma non per questo chi ha l’abitudine di antropomorfizzare cose e animali (a suo parere prive di una mente) è più intelligente degli altri!

# il verdetto

In altre parole possiamo considerarci più intelligenti delle altre specie perchè facciamo cose che loro non sanno fare, tra cui appunto l’antropomorfizzazione, ma sbagliamo ad antropomorfizzare il cane, gli animali tutti e le cose perchè essi non hanno mente! 

“Storicamente, l’antropomorfizzazione è stata trattata come un segno di infantilismo o stupidità, ma in realtà è un sottoprodotto naturale della tendenza che rende gli esseri umani particolarmente intelligenti su questo pianeta, nessuna altra specie ha questa tendenza”.

Molto diverso da dire che se parliamo con gli animali o gli attribuiamo caratteristiche umane siamo più intelligenti delle altre persone, anche considerando quello che il dottore pensa riguardo questa attitudine umana, ovvero un inganno, come abbiamo capito leggendo le recensioni del suo libro.

Completamente fuori strada è quindi la conclusione della scrittrice di questo altro articolo su un diverso sito italiano (CLICCA QUI PER LEGGERE), che discute lo stesso argomento:

“Come sono pervenuti a questa conclusione? Perché una persona con un’intelligenza sopra la media, guardando un cane o un gatto, non vedrebbe solo un cane o un gatto. Se a ognuno di loro si attribuiscono differenze e peculiarità che vanno oltre l’animalità e l’apparenza, si percepisce la vera essenza della loro mente, cosa che riescono a fare solo le persone intelligenti”.

Di nuovo, oltre a considerare ingannevole la nostra propensione ad attribuire caratteristiche umane a cose e animali, Epley li considera come esseri senza una mente.  Come potrebbe quindi secondo lui un uomo essere più intelligente se ne percepisce la vera essenza? è il colmo!

Conclusione: umanizzare il cane è giusto?

La conclusione è che nella traduzione delle parole di Epley c’è stato un grandissimo fraintendimento, che poi si è diffuso velocemente in rete e sui diversi siti.

Il mio invito è quello di leggere tutto l’ ARTICOLO ORIGINALE per capire precisamente quello di cui parla Nicholas Epley e magari lasciare il tuo commento qui di seguito per poterne discutere insieme.

Ci tengo a sottolineare quello che ho scritto all’inizio dell’articolo riguardo al tema più discusso nel mondo cinofilo di oggi, che rappresenta un problema non indifferente:

Vedere il proprio cane come se fosse un bambino e quindi donargli solo amore in quantità non è la soluzione per avere un cane felice ed equilibrato.
I cani sono felici di essere cani e solo onorandoli e rispettandoli per quello che sono e comprendendone la psicologia, potremo essere i loro compagni di una vita serena e appagante.

Al contrario, antropomorfizzare il cane è il dispetto più grande che potrai fargli.

Daniela

Daniela Pitardi
Ciao, mi chiamo Daniela Pitardi, e sono da sempre una amante degli animali. Dopo aver concluso il Liceo Scientifico, mi sono iscritta alla facoltà di Biologia che ho lasciato dopo qualche anno per diventare ‘Professionista per la Cura degli Animali’, con la Specializzazione di Addestratrice Cinofila.

Ho 5 cani che mi tengono compagnia e mi aiutano con il mio lavoro: il mio obiettivo è rieducare i cani con problemi comportamentali per ristabilire serenità nelle famiglie e permettere una nuova e serena relazione tra il padrone e il suo amico a 4 zampe!

Una risposta

  1. Camminare con un cane al guinzaglio,perche’ il cane non e’ tuo e quindi non puoi lasciargli la liberta’ che si merita.La mia amica l’ha educato senza guinzaglio e questo e’ u coompito molto piu’ difficile. I padroni dei cani dove io abito so persone maleducate che non rispettano il verde ed i luoghi comuni lasciando la defecazione del cane ovunque, questo e’ capire da chi sei circondata e non vorresti mai scambiare una sola parola con questi prorietari. Il cane della mia amica e’ un cane socievole aperto attento,certo l’ha educato lei se l’ha antropomorfizzato non lo so certo che si’ certo che no. Ho scoperto passeggiando con il cane di essere la persona piu’ asociale del mondo criticando ogni cosa al secondo e secondo i miei passi. Tenendo il cane della mia amica al guinzaglio che sarebbe il cordone ombelicale dove passano emozioni allegria tristezza cibo sensazioni negative positive,penso di aver procurato “pesantezza” a questo nobile essere animale di grande compagnia e comprensione verso la natura del suo padrone e quella sua innata. Se l’abito non fa il monaco il cane non fara’ mai, grazie a dio certi tipo di padrone.

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